E' notte e non riesco a prendere sonno. Passano le ore e sono sempre più stanco, ma non riesco a dormire. Ho le fiamme in testa, i pensieri non mi danno tregua e passo la notte in bianco.
E' mattina e mi preparo per andare al lavoro. In ufficio, i miei colleghi capiscono che sono preoccupato. Il mio sguardo è fisso, il colore degli occhi opaco e mi esprimo con frasi confuse e sconclusionate.
Entro negli uffici, posti accanto al mio e dico cose senza senso, usando un linguaggio scurrile. Poi mi reco dalla responsabile e le dico che non riesco a lavorare. Lei mi chiede se voglio andare a casa. Allora comincio ad urlare: <<aiuto! aiuto! non respiro!! sto morendo!!!>>. Poi piango.
Gli attacchi sono brevi, ma ripetuti e terribili.
I colleghi mi sostengono. La responsabile chiama mia madre. Decidono di accompagnarmi in ospedale, dove ricevo le cure necessarie per rientrare dalle crisi e essere nuovamente in buon compenso.