Quando ancora era un ragazzo, una sua amica gli disse che avrebbe viaggiato molto all'estero e che la donna che avrebbe legato il proprio cuore al suo sarebbe stata straniera.
Michele aveva da poco lasciato la sua fidanzata quando decise che avrebbe trascorso le vacanze estive da solo. Provava rancore per la sua ex, l'amava ancora e non poteva sopportare l'idea che lei l'avesse tradito con uno dei suoi migliori amici. Lei lo aveva fatto per ferirlo, per punirlo del fatto che dopo tre anni di rapporto idilliaco si era allontanto, non era più dolce e brillante come i primi tempi e credeva di non essere più amata. Pensava che la gelosia l'avrebbe fatto, nuovamente, cadere fra le sue braccia, ma Michele non si comportò come lei avrebbe sperato. Egli nascose i suoi sentimenti e quando la vide baciarsi con Andrea non disse una parola. Come se tre anni non fossero mai esistiti, li cancellò dalla mente; la sua ragazza diventò inaffidabile e leggera e si convinse che non valeva più la pena frequentarla. Così, per qualche settimana, lei attese una telefonata che non ricevette mai, mentre lui provava un profondo dispiacere per essere stato tradito dalla compagna e dall'amico.
Angela aveva conosciuto Andrea in discoteca e gli aveva detto che era single, che con Michele era finita. Cercava un po' di svago, aveva voglia di nuove avventure, voleva dimostrare al suo ragazzo che era autonoma e indipendente, voleva fargli capire che, se ci teneva a lei, non doveva lasciarla sola nemmeno un momento.
Michele pensò semplicemente che Angela si fosse innamorata di Andrea e, anche se in cuor suo non ci credeva, si fece da parte e li lasciò vivere la loro storia. Quando, tramite un amico in comune, seppe come realmente andarono le cose, disse che donne come Angela le poteva trovare dappertutto e amici come Andrea non ne voleva avere: opportunisti e stupidi. Opportunisti perchè approfittano di un momento di crisi per catturare la preda, stupidi perchè si accontentano di un amore non sincero, amano una persona che non li ricambia e che ha una storia con loro senza passione, senza sentimento. Un gioco, "il triangolo". Le regole di questo gioco Michele le conosceva bene e se ne tirò fuori. Non volle giocare, per lui l'amore era una cosa seria e non poteva accettare che la sua donna s'innamorasse di un altro, e non poteva nemmeno accettare che facesse l'amore con un altro senza amarlo. Una donna concede il proprio corpo all'amato e nel farlo offre tutta se stessa, il corpo e l'anima. E' felice di farlo perchè al suo amore non saprebbe donare una cosa migliore. Si rese dunque conto che Angela non era la donna della sua vita. E' stato tre anni insieme a una sconosciuta, a una creatura capace di ingannare se stessa e gli altri, a una persona falsa. Così la vedeva ora che la storia era finita: falsa e meschina; e mentre pensava alla sua immagine, la vedeva cambiare d'aspetto: i suoi occhi, che prima erano verdi, diventavano neri e opachi, i suoi capelli biondi diventavano bianchi, la sua pelle giovane e fresca si riempiva di rughe e invecchiava. Angela, nella mente di Michele, perdeva tutta la sua bellezza; la sua anima meschina prendeva il sopravvento sul suo corpo e lo faceva invecchiare precocemente, poi lo faceva marcire. A questo punto il ragazzo aveva un conato di vomito, correva in bagno e, con le lacrime agli occhi, si liberava di tutto il suo dispiacere.
A Palma di Maiorca, dopo due giorni di soggiorno, conobbe una combriccola di ragazzi con i quali passava le serate. I ragazzi erano italiani, alcuni fiorentini, altri romagnoli. Una sera, dopo aver cenato e assistito allo spettacolo del villaggio, eseguito da animatori molto bravi e simpatici, si diressero verso la più bella discoteca del posto. Michele venne invitato dagli amici a ballare, ma li seguì in pista controvoglia, pensava ancora alla sua ex e la vedeva dappertutto. Una chioma bionda catturava la sua attenzione, si avvicinava, la chiamava: "Angela!", lei si voltava e lui scopriva che era una ragazza tedesca. Si sentiva confuso e paranoico.
Pochi minuti dopo, si accorse di essere circondato da un gruppetto di ragazze. Notava tra queste una bellissima ragazza mulatta che gli sorrideva. Lui si avvicinava a lei e gli chiedeva il suo nome. Lei, sempre sorridendo, rispondeva: "Magdalene". I due si separavano dal gruppo e si avvicinavano al bancone del bar, prendevano un drink e si conoscevano. La ragazza era divertita dall'approssimativo francese di Michele e gli diceva che veniva dalla Costa d'Avorio. Passarono tutta la vacanza insieme e si amarono a tal punto che Michele dimenticò per sempre Angela.
Il loro non era un semplice amore estivo, si erano appena conosciuti ma si amavano già alla follia e il pensiero di separarsi li faceva cadere dentro un vortice depressivo dal quale non riuscivano più a risollevarsi.
Michele accarezzava il viso della sua amata, i volti si avvicinavano diventando uno solo e le labbra si toccavano diventando un unico appassionato abbraccio d'amore.
La coppia sentiva di amarsi di un amore importante e non pensava a nulla che non fosse il loro amore.
Alla fine della vacanza, si lasciarono con la promessa di rivedersi il prima possibile.
"Ti scriverò ogni giorno"
"Ti amo"
"Anch'io ti amo"
Michele, come promesso, le scrisse tutti i giorni, ma per diversi mesi non ricevette risposta. Solo in una fredda mattina di gennaio, trovò una lettera nella cassetta. Proveniva dal Senegal. La lesse, era della sua amata. Diceva che appena tornata in Costa d'Avorio, a seguito della guerra civile che scoppiò di lì a poco, fu assassinato dai ribelli suo padre, membro del governo. La sua famiglia si disperse e lei venne trasferita in un campo profughi a Dakar. Sperava con tutto il cuore che il suo amato ricevesse la lettera e che l'amore lo portasse da lei per salvarla da una vita, nel campo, infelice e sofferente.
Lui le rispose subito e le promise che l'avrebbe portata in Italia.
Si organizzò e nel mese di febbraio partì.
All'aeroporto Senghor dovette attendere mezz'ora prima che la sua valigia girasse sul nastro trasportatore. Era immerso in una folla di senegalesi, algerini, turisti italiani e francesi.
Dopo una fila interminabile di senegalesi, trovò un piccolo furgone adibito a trasporto cittadino. L'autista indossava una tunica a righe, parlava un po' di italiano e quando Michele gli chiese se poteva portarlo a rue Touba, rispose "amul problem" (nessun problema).
Passando per le vie sabbiose, Michele vide centinaia di montoni sgozzati: in osservanza della tradizione, i musulmani ogni anno scannano i montoni, facendone sgorgare il sangue. E' il Tabaski, la festa musulmana più importante dell'anno.
Nel terso cielo azzurro volteggiava qualche falchetto e uno stormo di aironi bianchi, rue Touba era una piccola via di sabbia gialla punteggiata di arancioni bouganville e grandi felci.
Il campo profughi si trovava dietro al mercato di Sandaga.
Nel campo c'erano molti bambini vestiti con pantaloncini da calcio, canotte e ciabatte di plasica. Quando Michele incontrò il responsabile, coperto da una candida jalaba marocchina con ai piedi babbucce color crema, lo salutò in senegalese: "salam aleikum". Egli gli disse che, se avessero trovato un accordo, avrebbe potuto incontrare Magdalene senza problemi.
In realtà, Michele riuscì a vedere la sua amata solo dopo tre giorni: nel campo si potevano incontrare i rifugiati solo se si era parenti e dovette pagare il responsabile per chiudere un occhio.
Magdalene era irriconoscibile: visibilmente dimagrita, indossava un paio di jeans di due taglie più larghe della sua e una maglietta bianca molto sporca; anche i capelli erano crespi e sporchi. Appena vide il suo fidanzato si lasciò andare a un pianto a dirotto. Lo vide come un'oasi nel deserto, l'acqua che la saziava dopo tanta sete e la carezza che le risvegliava l'amore per la vita. Dopo averlo abbracciato e baciato, gli disse che non aveva il passaporto per lasciare l'Africa.
Abbandonarono comunque il campo e per prima cosa andarono a mangiare il tièboudienne (una specialità senegalese di pesce). Alloggiarono presso la casa di un senegalese che aveva fatto loro un buon prezzo e Magdalene potè riacquisire l'aspetto di donna libera.
Ci vollero alcuni giorni e duemila dollari americani per ottenere il passaporto della ragazza.
Sull'aereo per Malpensa, la giovane pianse di nuovo, guardò Michele e gli disse: "piango lacrime amare per aver perso tutto e piango lacrime di gioia per aver ritrovato tutto".